domenica 11 aprile 2010

PAPA RATZINGER GIUDICE UNIVERSALE? - LA TRAGEDIA DELLA CHIESA DOPO LA PEDOFILIA - una Teologia tutta da rivedere...









PAPA RATZINGER CHE FA’ IL GIUDICE : O NON AGISCE O VUOL PROCESSARE E CONDANNARE…
LE ULTIME ” RIVELAZIONI” del CARDINALE DI VIENNA, sotto riportate nell’articolo di Repubblica, ci indignano ancora più di quelle sul silenzio che papa Ratzinger avrebbe imposto sui processi dei preti pedofili negli Usa o a Monaco di Baviera: sentir dire da un cardinale che il suo collega Joseph Ratzinger, quasi superiore a tutto e a tutti, quasi un Dio in terra anche da cardinale, doveva processare un anziano cardinale di Vienna, che sarà pure stato colpevole di alcune molestie o forse abusi più gravi su alcuni seminaristi (non si parlava neppure in Austria allora di bambini o adolescenti minorenni, ma di giovani maggiorenni ) ci mostra il volto vero di questo uomo: da una parte una dottrina ostinata, sessuofoba su tutta la linea, che continua a proibire ai preti la legittima affettività, la vita di relazione, la sessualità dono di Dio ad ogni uomo, per un suo problema personale con il sesso, con la sua ritrosia ad ogni calore umano profondo e ad ogni vera emozione, autentica e non simulata… dall’altra la severità inaudita e priva di ogni misericordia verso chi dovesse sbagliare, perchè oppresso da questa assurda imposizione dell’astinenza sessuale e del celibato che Cristo non ha mai voluto nè pensato per tutti i discepoli, nè è riportata in nessuno dei Vangeli, tant’è che le Chiese Ortodosse in tutto il mondo, che non hanno mai cambiato neppure uno jota della tradizione apostolica, sono estranee a questa assurda proibizione apodittica latina.
Sapere che Ratzinger voleva processare un suo collega cardinale, voleva di cuore mettere le mani su quel povero cardinale di Vienna Hans Herman von Groer (certo non santo, ma solo un uomo fallibile come gli altri…) e qualcuno in Vaticano più ragionevole glie lo ha proibito, in fondo ci conferma che quest’uomo dal viso spesso torvo, dagli occhi incattiviti, dai sorrisi più simili alle smorfie di disgusto che all’ espressione della gioia interiore, prima si fa’ carabiniere (come il cardinal Ottaviani di famigerata memoria) di una dottrina morale più simile al codice farisaico che a quello evangelico, e poi quasi gode di poter processare chi quella assurda brutale dottrina moralistica a tutto tondo non riesce a sopportare, come quei “fardelli insopportabili sulle spalle” di cui parla Cristo a proposito dei Farisei che hanno “chiuso il Regno dei Cieli” a se stessi e a tutti gli altri…

Dicono che questo teologo papa sia intellegente, e lo sarà forse, sarà anche molto razionale, ma di una intelligenza che fa’ paura, un’intelligenza quasi sadica, poichè non ha nessun cuore nonostante i modi esteriormente affabili e gentili… è un’intelligenza fredda che vede l’uomo, e quello religioso in particolare, come una macchina delle virtù impossibili e non s’avvede che genera invece piccoli mostri…

Il povero cardinal Groer, più omosessuale che pedofilo sicuramente – ma sappiamo da anni che Ratzinger odia l’omosessualità forse più della pedofilia, facendo una confusione tremenda sotto il cielo delle sessualità umane - lo scrissi già anni fa’ su una Rivista italiana e non smetterò di ripeterlo all’infinito per amore della verità (quella vera e non quella ideologica del papa attuale) : Lui è carnefice e vittima insieme di questa dottrina secolare cattolica, di cui Ratzinger anche nel mezzo di uno scandalo della pedofilia mondiale, va’ fiero, e di cui non ha un pizzico di senso critico…



Inquisitor Major Universalis

Imputato e degradato oggi +defunto


Cardinale Hans Hermann Groer : vittima e carnefice della teologia cattolica romana

il Giudizio Universale





Che anche il cardinal Groer fosse vittima di questa dottrina arcaica e implacabile lo prova il fatto che non era un “progressista” o liberal nella Chiesa, anzi veniva da quell’ala tradizionalista perfetta, ( un esponente del lefebvrianismo austriaco, come ad Albenga vi è un lefbvrianismo italiano con il vescovo monsignor Mario Oliveri e le sue liturgie tridentine di Pio V ) tanto cara sia a Wojtyla che al Prefetto Ratzinger, tant’è che nonostante le proteste di molti anche fra i Vescovi austriaci – cui erano note le sue debolezze dai tempi in cui era Abate benedettino - fu imposto da Roma come arcivescovo di Vienna e poi creato cardinale.

Ma è proprio dai tradizionalisti ante litteram che in genere viene una sorta di doppia vita insospettabile: pubbliche virtù e vizi privati, come da antichissima tradizione!

Non sono io a dire queste cose: le dice la scienza psicologica e sessuologica che Ratzinger invece odia o disattende, lo diceva nei suoi libri, a proposito dei ” sistemi totali”, le società chiuse, il grande psicoanalista Eric Fromm, di lingua tedesca, di cui il noto teologo tedesco però non ha fatto per nulla tesoro.

E’ meglio che adesso abbia il coraggio, l’onestà di processare la sua dottrina criminogena e se stesso, poichè ha creato un disastro nella Chiesa, di credibilità, di vittime innocenti e di colpevoli incolpevoli, poichè non basta affatto processare i preti, i poveri preti doppiamente vittime, se non si processa il sistema educativo dei seminari e dei collegi cattolici che dalla tenera età di 9 anni o poco più li hanno forgiati a questo disprezzo della sessualità e all’ossessione del peccato, a questo amore della repressione disumana delle emozioni e dei sentimenti: una sessualità poi da rubare, anche con violenza, ad altri bambini e infanti ignari…una sofferenza immane che oggi pagano tutti : la Chiesa e poi le famiglie ed i bambini.

Certo anche Ratzinger può godere, ne ha diritto in fondo, di una attenuante – come tutti i prelati coinvolti – quella che considera come lui stesso sia vittima di quella repressione che nel 1927 quando è nato era imperante e dentro la quale suo malgrado ha dovuto col fratello Georg e altri seminaristi passare… come sotto una forca caudina inevitabile, soprattutto in Germania, famosa per la sessuofobia cattolica particolarmente in Baviera.

Ha diritto ad una sostanziale attenuante, purchè faccia una seria autocritica, e smetta quella specie di a – critica considerazione e adesione ad una teologia moralistica e sessuale che ha comportato danni enormi a tutti: purchè sinceramente cominci a cambiare per quel che gli è possibile dalla sua posizione di potere nella Chiesa – e non è poco – l’impostazione sessuofoba, celibatario – centrica e generatrice di infelicità e sofferenza della sua Chiesa romana.

Se non lo facesse, la condanna è inevitabile e non potrà che essere condannato un giorno, se non da un tribunale, almeno dalla storia, e soprattutto dovranno per il bene delle persone e della Chiesa cominciare in tanti e in massa a disobbedirlo, rompendo l’ordine di caserma e superando la repressione della libertà interna alla Chiesa, prima di perire e prima che sia veramente troppo tardi!*** prima che sia veramente troppo tardi! ***



CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO – Centro Ecumenico

+ Giovanni Climaco Mapelli

Arcivescovo

Milano, 2 Aprile 2010 - Venerdì della Settimana Santa di Passione del Signore





LA REPUBBLICA

31 Marzo 2010



Il card. Schoenborn: il card. Ratzinger voleva punire un vescovo pedofilo ma Giovanni Paolo II fu persuaso da ambienti di Curia a bloccare l’indagine
Fu l’allora Papa Giovanni Paolo II a bloccare le indagini su un caso di pedofilia nel 1995 e non il card. Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI. E’ quanto sostiene il card. Christoph Schoenborn in un’intervista alla televisione austriaca Orf, ripresa dalla Bbc. Il Vaticano – spiega il cardinale – aveva paura, con l’istituzione di una commissione di inchiesta, di danneggiare la propria immagine. Il card. Schoenborn prende autorevolmente le difese del Pontefice: “Accusarlo di essere qualcuno che vuole insabbiare le cose – conoscendolo da molti anni – posso dire che certamente non è vero”. Nella sua intervista, Schoenborn ha ricordato gli eventi del 1995, quando l’allora arcivescovo di Vienna, il card. Hans Hermann Groer, fu accusato dai media e dalle sue vittime di aver ripetutamente compiuto abusi sessuali su giovani in un monastero negli anni Settanta. Ma fu solo tre anni dopo le accuse, cioè nel 1998, che Groer, per ordine della Santa Sede, si dimise da ogni incarico. Annunciò il suo ritiro in pubblico chiedendo perdono, non ammise nessuna colpa, e si ritirò in Germania, dove morì nel 2003. All’epoca, il Vaticano si attirò aspre critiche in Austria per aver atteso tre anni prima di agire contro il card. Groer. Secondo la ricostruzione attribuita del card. Schoenborn, il caso divise la Curia. Alcuni suoi esponenti, è dato di capire, avrebbero persuaso Giovanni Paolo II, che comunque non viene nominato da Schoenborn, che le accuse contro Groer erano esagerate e che l’inchiesta voluta dal card. Ratzinger avrebbe esposto la Chiesa a una pericolosa pubblicità negativa. Joseph Ratzinger la pensava diversamente, ma non riuscì a spuntarla. “Ricordo ancora molto chiaramente – ha detto Schoenborn – il momento in cui il card. Ratzinger mi disse con tristezza che l’altro campo aveva avuto il sopravvento… accusarlo di essere una persona che copre gli scandali vuol dire sostenere cose assolutamente non vere, e io lo affermo perché lo conosco da molti anni”.
Apcom, La Repubblica
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