martedì 18 gennaio 2011

Ecumenismo di maniera: le Curie diocesane insegnano un ecumenismo senza Vangelo e senza Carita' - La nostra vocazione all'esclusione dalle Chiese...






Icona del Buon Samaritano (nelle vesti di Cristo) : " Si mosse a misericordia..." (Luca 10, 25 - 37)

Nella foto in basso gli Apostoli e Fratelli Pietro e Andrea, simbolo dell'unità della Chiesa, da Oriente a Occidente - icona del XX secolo


Nelle altre foto: l'Arcivescovo Mapelli in una celebrazione con il Diacono a Bergamo nella Chiesa della Teotokos - Santa Madre di Dio
L'incontro con il Presidente della Camera On. Gianfranco Fini nel novembre 2010 in Parlamento (cliccare sulla foto per aprire l'immagine)
L' Arciprete del Duomo di Milano mons. Luigi Manganini, Vicario episcopale della Diocesi di Milano per la Pastorale dei Sacramenti e
Mons. Gianfranco Bottoni, Responsabile del Servizio Ecumenismo e Dialogo della Curia di Milano ( a sinistra nella foto ) :
due tra i principali negatori della validità della ordinazione episcopale del nostro Vescovo
Il Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, che ha confermato i due prelati negli Uffici di Curia.
IL CARDINALE RIDE QUANDO INVECE CI SAREBBE FORSE DA PIANGERE...?

I Laici sanno accogliere molto meglio dei religiosi, chi non crede o e' laico esprime un cuore più aperto di qualunque prete, suora o pastore, poiché non ha la presunzione di essere l'espressione dell'unica verità di Dio in terra, o la presupponenza del ministro di culto, che farisaicamente pensa di essere perfetto e non dover impare niente da nessuno.
E' la stessa morale che emerge dalla Parabola evangelica del Fariseo e del Pubblicano.
Vi e' poi molta più fede in un pagano che in tutto Israele, cioè in tutta quanta la Chiesa o in tutte quante le Chiese. Cristo ci parla infatti al di fuori di esse, oggi.
"Extra Ecclesia salus ! " Parafrasando Sant'Agostino.
Grazie a Dio! Che non e' un fariseo perfezionista e presuntuoso.
Amen





Sono anni ormai, dal giorno stesso in cui il nostro Arcivescovo e Primate, mons. Giovanni Climaco Mapelli, e’ stato ordinato Vescovo (anzi dal giorno stesso del suo ingresso in ortodossia) che e’ stato fatto oggetto di una strisciante, silenziosa ma dura ed opprimente campagna di delegittimazione e di ostracismo. Una sorte toccata, piu’ o meno simile, al suo Metropolita che l’ha consacrato, e ad altri appartenenti alla Chiesa di origine, nata nei primi anni ’20 in Grecia. Questa guerra poco Santa e molto vergognosa la si deve al combinato e connubio, ad escludendum,di due Chiese che sono definite “ufficiali”, quella Ortodossa e quella Cattolica romana. Ilmotivo di fondo e’ quello della non canonicità di questa nostra Chiesa madre, di provenienza. Certo e’ che non immaginavamo neppure che esistesse questo genere di inestirpabile e radicato rancore tra Fratelli cristiani, del tutto antievangelico se non addirittura disumano, e questo genere di odio tra Chiese che ritengono altri indegni di sedere a mensa con loro…! Quando abbiamo preso la decisione di entrare in una Chiesa piccola, ma di origini apostoliche e con una successione apostolica autentica e indiscussa (nonostante le due diverse interpretazioni teologiche in campo cattolico e ortodosso sugli ordini ecclesiastici ) non immaginavamo lontanamente che saremmo entrati in un “Inferno” di rapporti tra Chiese, n’è di dover pagare, come nella favola di Fedro del lupo e l’agnello, “colpe” non nostre, e di dover soffrire misconscimento e cattiverie conseguenze degli atti di altri, in epoche molto lontane, e tutto ciò in totale spregio del comandamento del Signore, ( “amatevi come Io vi ho amati…” ) e per una visione delle realtà canoniche o burocratiche ecclesiali che sono come una strettoia opprimente, senza respiro ne’ libera azione dello
Spirito. Questa strettoia permette poi tutta una serie di denigrazioni gratuite e legittima ogni sorta di angherie, al limite della stessa persecuzione. Tutto ciò accade nella pressoché assoluta ignoranza delle altre Chiese, in particolare le comunità protestanti ed evangeliche, o, cosa peggiore ancora, nella loro strana indifferenza o non curanza. Una specie di ” Yalta dell’ecumenismo” impone a chi ha sottoscritto gli accordi nei Consigli delle Chiese, di trattare in questo modo coloro che vengono considerati, per così dire, “fratellastri” in Cristo. Ebbene questo atteggiamento che contraddice completamente la volontà di Cristo, sembra non destare preoccupazione, e l’Ufficio Ecumenismo della
Diocesi di Milano, si distingue particolarmente nel mantenere e rinfocolare una politica del misconoscimento e della denigrazione, contando
e approfittando della stessa ignoranza dei fedeli in genere. Questi atteggiamenti intra-ecclesiali sono una contro testimonianza del Vangelo,
e mentre.si prefiggono ai massimi livelli di ottemperare al monito dell’ “Ut unum sint ” di nostro Signore, di fatto lo annullano, poiché
circoscrivono una carità ecclesiale ad alcuni escludendone altri per motivi storici e canonici molto circostanziati e contingenti, perpetrando una delegittimazione e discriminazione che si trascina per troppo tempo e che e’ uno scandalo indecente, di fronte a credenti e a non
credenti! Non e’ possibile, diceva Papa Giovanni XXIII, “essere felici da soli”, cioè essere bastanti a se stessi chiudendo il cuore agli altri. Questa autosufficienza non e’ affatto cristiana, non può portare niente di buono neppure a quel dialogo ecumenico che si vorrebbe benedetto
da Dio, poiché Dio non benedice una unione che viene costruita sulla esclusione degli altri, quand’anche poveri e deboli, insignificanti agli
occhi degli uomini di questo mondo o degli uomini di Chiesa. La Parabola del Samaritano buono, non e’ soltanto riferita ai rapporti umani,
anzi e’ riferita proprio ai comportamenti di coloro che vestono gli abiti dei sacerdoti o degli scribi, come pure oggi dei pastori e dei preti! Se
loro sono i primi a “passare oltre ” di fronte a colui che e’ steso per terra, attaccato e colpito da un brigantaggio criminale perseguito dai
religiosi, allora come potranno questi stessi religiosi proclamare e predicare l’amore di Dio a tutti? Che credibilità potranno avere le loro
parole svuotate di ogni valenza evangelica? Sono i preti e i clericali sicuri di interpretare tutta quanta la bontà e la verità della Chiesa di
Cristo per pura ragione di appartenenza, come la casta dei Farisei dei tempi di Cristo, che credono di avere ogni potere legittimo di giudicare
e di condannare, che sono convinti di avere in mano i codici perfetti per definire il giusto e l’ingiusto, ciò che e’ bene e ciò che e’ male. Di
tutto questo sapere e di questa tracotante superbia del clero che pensa di non applicare a se’ il Vangelo che predica, Cristo ride e si fa’
beffe, poiché e’ Lui che ha trovato molta più fede in un pagano che in tutto Israele.
Seguira’ la pubblicazione dei documenti più significativi che attestano questa situazione di emarginazione e ostilità, delegittimazione e oppressione di cui il nostro Arcivescovo e la nostra Chiesa sono fatti oggetto in questi anni.