mercoledì 11 agosto 2010




L’ITALIA VA A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE * IL PAPA VESCOVO DI ROMA PERCHE’ TACE? Abbiamo bisogno di Vescovi e Pastori forti e audaci come S. Ambrogio e S. Agostino che denuncino i mali e le storture del potere di oggi!…
CENTRO STUDI TEOLOGICI

*S. Ambrogio vescovo di Milano
**S. Agostino vescovo di Ippona

NOTA ALLA STAMPA

Milano, 11 Agosto 2010 – CRISI ISTITUZIONALE GRAVISSIMA : L’ITALIA STA ANDANDO A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE: IL PAPA NON ITALIANO, CIOE’ TEDESCO, NON HA NESSUN AMORE PER IL NOSTRO PAESE PERCHE’ NON DICE UNA PAROLA SERIA SULL’ASSURDITA’ DELLA POLITICA BERLUSCONIANA. PAPA WOJTYLA PENSAVA QUASI ESCLUSIVAMENTE ALLA SUA POLONIA SEMPER FIDELIS, E RACCOGLIEVA COSPICUE SOMME DI DANARO (MILIARDI) DA INVIARE IN PATRIA, RAFFAZZONANDOLI ANCHE DA PROVENIENZE ILLECITE O DUBBIE, L’ATTUALE PONTEFICE, NEPPURE AMATO A CASA SUA IN GERMANIA PER VIA DELLA SUA STRANA PROTEZIONE NEL PASSATO DEI CASI DI PEDOFILIA DEI PRETI TEDESCHI E PER LA SUA VISIONE AUTORITARIA DELLA CHIESA, NON PROFERISCE PAROLA SULLO SCONQUASSO DELLE NOSTRE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE MESSE A REPENTAGLIO DA UN MILIARDARIO ARRICCHITOSI ANCHE ILLEGALMENTE, CHE FA’ STRAME DI OGNI REGOLA CIVILE E DEMOCRATICA, CHE HA IN ODIO E TROVA INSOPPORTABILE QUALUNQUE DISCORSO VERO E SERIO SULLA LEGALITA’: CHE PENSA DI POTER DISTRUGGERE QUALUNQUE COSA OSTACOLI LE SUE MIRE O METTA FINE AL SUO SENSO DI ONNIPOTENZA PARANOICA E IPERTROFICA.
IL PAPA BENEDETTO XVI NON E’ IL VESCOVO di ROMA? NON E’ FORSE IL PRIMATE DEI VESCOVI ITALIANI? QUESTO RECITA L’ANNUARIO PONTIFICIO TRA I TITOLI CHE ANNOVERA PER IL ROMANO PONTEFICE : PERCHE’ ALLORA NON DICE UNA PAROLA, UNA SOLA, SU QUESTO DISASTRO PROVOCATO DAL BERLUSCONISMO?
E’ tanto chiedere al Papa e al suo Vaticano una parola forte sullo sconquasso delle istituzioni operato da 16 anni circa di Berlusconismo feroce in Italia?
Il Papa che è il Vescovo di Roma e Primate in Italia dei Vescovi perchè non dice una sola parola sul disastro che sta avvenendo da tempo?
Sta ringraziando il Premier forse dei tanti regali avuti in questi anni desolanti, dall’esonero dell’ICI sugli immobili di proprietà ecclesiastica ai finanziamenti degli Oratori cattolici, passando dalla legge sui docenti di religione cattolica e un’infinità di altri sovvenzionamenti e contributi dati al Vaticano e alle singole diocesi italiane, e quindi ha “svenduto la primogenitura per il piatto di lenticchie” di cui parla il Libro di Genesi, a proposito di Giacobbe ed Esaù? Una Chiesa silente, che tace, con Vescovi ignavi su tutta la linea…!
Magari paurosi, o ricattati da dossieraggi clandestini e illegali, che i quotidiani di casa Berlusconi pubblicano a getto alternato…
Bella immagine di Chiesa di Cristo!… che non teme di denunciare il male e i soprusi! Si ripete la solita storia dei regimi amici della Chiesa, che di volta in volta si affacciano sulla scena della storia: la Chiesa del Vaticano li contesta soltanto se non deve pagare alcun pegno, e se non deve mettere a rischio alcunchè… priva di spinta profetica e forza evangelica, impastoiata di potere e di attaccamento al materiale e al soldo, come si è ritrovata ad essere dopo 27 anni del papato di Wojtyla e altri 5 anni di quello di Ratzinger.
Un Vescovo di Roma autentico,che ami la Patria stessa che comunque lo ospita , più che fare il professorino diligente e pedissequo di teologia dogmatica che appare ogni domenica alla finestra, dovrebbe, come San Gregorio Magno, il grande defensor civitatis, alzare la voce forte per il ritorno alla legalità, all’onestà, al diritto, al rispetto delle regole della civile convivenza istituzionale e democratica.
Questo è anche il compito del Vescovo della città di Roma e Primate dell’Italia.
Il resto è puro folclore, misto a devozionismo facile, che non serve a niente e a nessuno, men che meno alla testimonianza di Cristo e del suo vero ed autentico Evangelo!
Il Vaticano e il Papa sono preoccupati soltanto di bloccare i riconoscimenti giuridici alle coppie di fatto e alle coppie gay in Italia, oppure di frenare qualche legge sulla bioetica, quando questo Paese ormai non ha più un’etica!
Avvilente!
Il cardinale Bagnasco presidente della CEI ieri ha timidamente – more suo solito – fatto qualche appunto al Governo in carica, mentre Famiglia Cristiana ha detto qualcosa di più eloquente, anche se sempre freddamente poco sostenuta dai Vescovi italiani stessi, che sono – salvo qualche isolata voce autorevole - l’episcopato più insignificante e codardo del Continente europeo, ridotto all’obbedienza suddita e al silenzio pressochè totale : controfigure pallide e inerti come sagome di cartone.
Occorrono invece uomini forti ed audaci, alla maniera di Sant’Agostino e Sant’Ambrogio di Milano, che in tempi ben più burrascosi e difficili dei nostri – dimentichi dei rischi gravi che correvano e pronti a dare la loro vita - sapevano trovare parole decise ed inequivocabili anche di fronte ai potenti e agli imperatori, per denunciare i mali e le storture del loro tempo e indicare insieme quella via che porta fuori dalla palude.
Sono queste le figure ecclesiali e di Vescovi che mancano e di cui oggi abbiamo tutti sempre più bisogno!
Se non si mette fine il più presto possibile a questa dissennata politica e deriva berlusconiana, il baratro della stessa democrazia ci inghiottirà tutti, Chiesa e Vaticano compresi!
I TEOLOGI del CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO
+ Mons. Giovanni Climaco MAPELLI
Arcivescovo e Presidente
CHIESA CRISTIANA ANTICA CATTOLICA e APOSTOLICA in ITALIA
Diocesi di Monza per l’Italia
Via Govone, 56 – MILANO
tel. 339.5280021 – Segreteria Diocesana
www.centrostuditeologici.it
centrostuditeologici@alice.it

fax 02.95310741

martedì 3 agosto 2010

NOTIFICAZIONE DIOCESANA : LA GRAVE VICENDA DI MONS. BASILIO (Grillo Miceli) e di PADRE ALFREDO (Augello) – consacrazioni invalide di Vescovi deposti


NOTIFICAZIONE DIOCESANA : LA GRAVE VICENDA DI MONS. BASILIO (Grillo Miceli) e di PADRE ALFREDO (Augello) – consacrazioni invalide fatte da Vescovi deposti e in aperta disobbedienza al SINODO e al PRIMATE –


CHIESA + CRISTIANA ANTICA + CATTOLICA E + APOSTOLICA

Diocesi di Monza per l’Italia

NOTIFICAZIONE DIOCESANA

LA VICENDA DI MONS. BASILIO, al secolo Giuseppe Grillo MICELI, e del Presbitero Padre ALFREDO AUGELLO (oggi mons. Crisostomo)

La Metropolia Ortodossa di Milano e di Aquileia ha emanato negli ultimi tempi alcune precisazioni in merito al Vescovo Basilio (al secolo Giuseppe Grillo Miceli ), tra le quali il decreto pubblico di sospensione a divinis e successivamente di deposizione dallo stato episcopale. Senza voler entrare nel merito assai complesso di queste decisioni prese dal Sinodo di Milano e dal suo Primate, la nostra Chiesa diocesana sente il dovere di precisare quanto segue: l’ex Vescovo e attuale monaco Basilio aveva deciso unilateralmente nel giugno 2006 di lasciare la Metropolia di Milano, in disaccordo con il Primate S.B. Evloghios (Hessler) e il suo Sinodo per alcuni motivi descritti dallo stesso in una lettera, in vero assai poco protocollare e per nulla ispirata al senso della carità ecclesiale ed evangelica, per non dire offensiva nei confronti del Primate stesso cui era rivolta: tra i motivi in particolare mons. Basilio lamentava l’ordinazione presbiterale di un candidato ( il monaco Giovanni Climaco, al secolo Giovanni Felice Mapelli) ed adduceva presunti “motivi morali”, che avrebbero sconsigliato l’ordinazione medesima. Questi motivi riguardavano alcune prese di posizione del presbitero stesso, ai tempi in cui era un laico e docente in scienze teologiche, nel campo teologico e morale: la lettera di mons. Basilio era molto generica e poco documentata, e sicuramente avventata e poco prudente circa le critiche rivolte al presbitero. Infatti prima di muovere critiche di carattere, per così dire morale, su altre persone, e sulla loro idoneità a ricevere i sacri ordini, ognuno di noi dovrebbe guardarsi dentro, nell’intimo della propria coscienza, dove è assai difficile mentire, e poi davanti allo sguardo del Signore, onde evitare di cadere nell’errore ben descritto e stigmatizzato da Cristo nei Vangeli, quello di accanirsi contro la pagliuzza che sta nell’occhio del proprio fratello, ignorando del tutto la trave che invece sta nel proprio occhio! (Matteo 7,5 ” Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello” ) Mons. Basilio infatti avrebbe dovuto apprezzare la magnanimità del Primate Evloghios verso tutti, la stessa che ha usato anche verso di lui, quando cadde in disgrazia – per motivi noti a pochi – agli occhi del Patriarcato di Mosca di cui faceva parte, quella magnanimità ed accoglienza che lo portarono nella Metropolia di Milano e che gli conferirono addirittura l’ordine episcopale, invece di accanirsi come ha fatto un altro ex Vescovo e Vicario Generale (oggi deposto) della Metropolia stessa mons. Marco (Ruggiero Spallone) verso altri confratelli, ritenedosi migliori e superiori moralmente, con presunti quanto fasulli meriti di vita virtuosa o di personale santità, in modo platealmente farisaico ed anti- evangelico: spesso impugnando coram populo la dottrina per colpire le singole persone, ritenute forse “indegne”di stare nella Chiesa. L’atteggiamento di questi due ex Vescovi, ci riporta alla mente la parabola evangelica di quel servo malvagio al quale il padrone aveva condonato tutto il debito ingente accumulato nel tempo, che una volta uscito dal palazzo regale si imbatte in un altro servo più povero che gli doveva qualche spicciolo. Il servo malvagio dunque, dimentico della misericordia e della magnanimità di cui è stato onorato dal suo Signore, prende l’altro servo per la gola intimandogli di restituirgli il prestito, e insensibile e sordo alle preghiere che chiedevano clemenza, fa’ gettare in prigione il povero collega.

(“Allora Pietro, accostatosi, gli disse: “Signore, se mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?” Gesù gli disse: “Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Perciò il regno dei cieli è simile ad un re, il quale volle fare i conti con i suoi servi. Avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. E non avendo questi di che pagare, il suo padrone comandò che fosse venduto lui con sua moglie, i suoi figli e tutto quanto aveva, perchè il debito fosse saldato. Allora quel servo, gettandosi a terra, gli si prostrò davanti dicendo: “Signore, abbi pazienza con me e ti pagherò tutto.” Mosso a compassione, il padrone di quel servo lo lasciò andare e gli condonò il debito. Ma quel servo, uscito fuori, incontrò uno dei suoi conservi, che gli doveva cento denari; e, afferratolo per la gola, lo soffocava dicendo: “Pagami ciò che mi devi”. Allora il suo conservo, gettandosi ai suoi piedi, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto.” Ma costui non volle, anzi andò e lo fece imprigionare, finchè non avesse pagato il debito. Ora gli altri servi, visto quanto era accaduto, ne furono grandemente rattristati e andarono a riferire al loro padrone tutto ciò che era accaduto. Allora il suo padrone lo chiamò a se e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perchè mi hai supplicato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo padrone, adiratosi, lo consegnò agli aguzzini finchè non avesse pagato tutto quanto gli doveva. Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello i suoi falli. ” - Matteo 18, 21-35)

Chi ha ricevuto generosamente, nel suo cuore non ha imparato nulla, e agisce senza comprensione nè misericordia alcuna verso gli altri. Questo è il primo capitolo della vicenda relativa a mons. Basilio. Successivamente il presbitero Padre Giovanni Climaco (Mapelli) veniva elevato all’ordine episcopale nel dicembre del 2006: in quello stesso periodo veniva a conoscenza di un laico, il Dr. Armando Corino, dedito da tempo alla ricerca religiosa e spirituale, vicino al noto teologo Sergio Quinzio di cui ha curato alcune recensioni e pubblicazioni. Il Corino, su presentazione di Mons. Giovanni Climaco veniva ordinato diacono dallo stesso Primate Evloghios a Milano, ma successivamente chiedeva di poter passare alla giurisdizione di mons. Vladimiro (Friggi) allora legato ad una Chiesa non canonica dell’Ucraina. Inopinatamente, in poche settimane, lo stesso Corino veniva ordinato, senza nessuna consultazione nè beneplacito dell’Arcivescovo Metropolita e Primate Evloghios, prima sacerdote e poi vescovo, con il nome di Theodoros, con l’imposizione delle mani dello stesso mons. Vladimiro assistito da mons. Basilio, ormai già uscito dal Sinodo della Metropolia di Milano, in aperta disobbedienza al Primate e al Santo Sinodo che avevano sconsigliato decisamente un atto del genere, non motivato nè richiesto dalle circostanze, per prima cosa dall’assenza di parrocchie e di fedeli, ma per il solo gusto di insignirsi di un titolo vescovile a se stante. Non si fanno infatti “Chiese di soli Vescovi” o di “soli Preti” perchè non avrebbero alcun senso teologico e pastorale! Non è chi non veda, in questo atto unilaterale e incomprensibile sotto ogni profilo ecclesiale, pastorale, canonico, di comunione e relazione tra le Chiese e i Vescovi, un atto di oltraggio e di sfida al Primate e al suo Santo Sinodo, utilizzando per ordinare un vescovo “avventizio” (cioè comparso dal nulla) , un altro vescovo per anni appartenente alla Metropolia ma in procinto di essere destituito per il suo comportamento contrario ai canoni apostolici stessi e disobbedienza grave. Questa vicenda assume una luce fosca, dai contorni veramente inquietanti e grotteschi per la sua ispirazione non certamente proveniente dallo Spirito Santo, e per l’epilogo stesso che ha avutio: i tre vescovi che dovevano costruire una nuova Chiesa ortodossa in Italia sono naufragati in un mare di dissidi, incomprensioni e scontri interpersonali, di cui si è avuta pubblica e notoria eco, testimoniando che quell’opera messa in atto in spregio di ogni canone apostolico e dei rapporti fraterni tra vescovi e Chiese, non porta da nessuna parte. Successivamente a questo fallimento mons. Vladimiro ha lasciato ogni incarico ecclesiale e si è ritirato, come monaco, a vita privata. Monsignor Basilio invece, dopo una peregrinatio verso altre giurisdizioni, non ha cambiato intenti , per così dire “sacrileghi”, ed ancora una volta in spregio di ogni norma ecclesiale canonica, sia essa propria della Chiesa orientale od occidentale, e con nessuna cosiderazione per i rapporti fraterni tra vescovi e tra le Chiese, e per l’ossequio che va dato all’Ordinario del luogo, ha proceduto ad incardinare nella sua giurisdizione, senza le lettere dimissorie e senza il beneplacito, un presbitero ( Padre Alfredo Fortunato Augello, residente in Palermo ) ordinato dal nostro Arcivescovo mons. Giovanni Climaco (Mapelli) il 4 aprile 2009, forse anche per “vendicarsi” della sua forzata uscita dal Sinodo metropolitano di Milano nel 2006, a causa dell’ingresso in illo tempore dello stesso nostro presule nella Metropolia milanese. Riguardo l’ex presbitero Augello, deposto dallo stato clericale nel dicembre 2009, occorre fare due precisazioni: l’Arcivescovo Giovanni Climaco (Mapelli) l’aveva benignamente accolto, nella sua qualità di Suddiacono della Chiesa Vetero Cattolica di Utrecht in Italia, su sua istanza, dopo aver visionato gli attestati dei suoi studi teologici accademici, e dopo aver sentito il parere dei suoi superiori da poco abbandonati unilateralmente dallo stesso Augello, perchè non ritenevano il candidato idoneo all’ordine diaconale. Con benevolenza mons. Giovanni Climaco l’aveva accolto, fidandosi della buona disposizione d’animo del candidato: fiducia però, stando all’esito, evidentemente mal riposta. Fu il Signore stesso del resto a mettere in guardia i suoi discepoli da coloro che “vengono a Voi in veste di agnelli, ma dentro sono altro… Voi li riconoscerete però dai loro frutti!…” (Matteo 7, 15-16)

Il Signor Augello era stato infatti prima frate presso i Frati francescani cappuccini in vari conventi, poi era passato alla Chiesa Valdese di Palermo, infine era approdato presso la Chiesa Vetero Cattolica di Utrecht, per poi abbandonare anche quest’ultima e chiedere accoglienza ed incardinazione nela nostra Diocesi. Nell’ottobre 2009 inopinatamente, senza consultare nè il vescovo nè i presbiteri della sua Diocesi, subito poco dopo la visita pastorale dell’Arcivescovo Giovanni Climaco (Mapelli) alla Parrocchia di Palermo, il Presbitero Augello, inviava una mail in cui comunicava di abbandonare la nostra Chiesa Diocesana, rinviando ad una sua prossima lettera con le motivazioni alla base di questa decisione, che a tutt’oggi non è mai pervenuta. Successivamente ci è giunta notizia dell’incardinazione (con chirotesia o chirotonia? questione grave e mai accertata!…) dello stesso nostro ex presbitero nella giurisdizione del vescovo Basilio, senza nessuna comunicazione nè richiesta di lettere dimissorie da parte di quest’ ultimo, come previsto dai canoni apostolici e come dovrebbe essere ispirato dalla carità ecclesiale e fraterna tra i successori degli Apostoli. In questi stessi giorni, cosa ancor più grave ed inaudita, ci perviene la notizia dell’ordinazione episcopale dello stesso ormai deposto Alfredo Fortunato Augello, con il nome di Crisostomos, ad opera dell’ex Vescovo Basilio assistito dal Vescovo Theodoros. E’ più che assodato – da tutti i canoni vigenti e dal diritto stesso – che un Vescovo deposto, come del caso, ed un Prete parimenti già deposto, per i gravi motivi suddetti, non possono aver compiuto alcun atto sacramentale valido, nemmeno con l’assistenza di un altro Vescovo, la cui dabbenaggine e superficialità nel concorrere a questo atto medesimo, ne delineano immediatamente la dubbia identità ecclesiale e personale e l’azzardo nelle cose sacre stesse. Una triade episcopale si è ricostituita, come si può ben notare, sulla base di atteggiamenti ispirati da volantà di divisione, di disordine, di “vendette trasversali “, in spregio aperto e oltraggioso di ogni norma ecclesiale e canonica, senza cognizione di causa alcuna, allo scopo di fomentare confusione e sortendo effetti deleteri generali sulle nostre Chiese, che sfiorano il ridicolo e il grottesco. Si sono ordinati vescovi senza necessità pastorale alcuna: senza parrocchie nè fedeli.

Sant’Agostino diceva che il Vescovo nella Chiesa deve “non tam praesse quam prodesse”, cioè non mirare a se stesso ma al servizio del gregge, cioè non farsi vescovo per sè affatto ma per gli altri…

Non abbiamo parole per commentare questi atteggiamenti se non quanto ci è narrato dall’immagine che il Signore usò per indicare ai suoi discepoli chi era il vero pastore e chi invece il mercenario: “Chi entra dalla porta dell’ovile è il vero Pastore, colui che vi entra da un’altra parte in verità è soltanto un ladro e un mercenario!” ( Giovanni 10,1 ) Chi prende preti da altri ovili, quasi fosse un furto, e non sente il dovere interiore di comunicare a quella Chiesa e a quel Vescovo un atto del genere, ed insegna ai presbiteri a fare altrettano con i loro superiori, non può essere un Pastore, che come Cristo ama le sue pecore. Può essere allora un uomo dal cuore malvagio che opera, istigato da altri poteri, per il male suo e dei fratelli, e nessuna Chiesa di Cristo potrà mai essere edificata sulla zizzania seminata a larghe mani nel campo del Signore: un nemico nottetempo infatti ha compiuto il misfatto, complici i suoi adepti, ma chi semina la zizzania raccoglierà un giorno, molto presto, la sua tempesta! Tre Vescovi si erano già uniti per costruire una Torre di Babele, adesso ci risiamo da capo… Ma la Torre è miseramente caduta. Preghiamo il Signore perchè converta il cuore di questi Fratelli un tempo consacrati al suo servizio e che oggi si sono fatti motivo di disunione e di scandalo per se stessi e per i fedeli delle Chiese, induriti dall’orgoglio e dalla testardaggine, che li hanno spinti verso atti dissennati sotto il profilo ecclesiale e teologico, forse soltanto per conseguire onori personali fittizi e per i titoli altisonanti, ma vuoti e inconcludenti. Se si ravvederanno del loro errore, il perdono di Cristo nella Chiesa potrà risanarli. Lodiamo il Signore della grazia e della libertà. “Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi!…” (Giovanni 8, 32 ) Amen.

LA CANCELLERIA ARCIVESCOVILE

Dalla Residenza Diocesana Arcivescovile, 1 Agosto 2010