mercoledì 29 dicembre 2010

ECUMENISMO in DIOCESI di COMO :UMILIATO L'ARCIVESCOVO GIOVANNI CLIMACO MAPELLI dal RESPONSABILE dell'UFFICIO DIOCESANO DON BATTISTA RINALDI a GROSOTTO












ECUMENISMO in DIOCESI di COMO :DON BATTISTA RINALDI, RESPONSABILE dell’UFFICIO ECUMENISMO DIOCESANO UMILIA MONSIGNOR GIOVANNI CLIMACO MAPELLI NELLA CHIESA di GROSOTTO DURANTE UN FUNERALE: IL PRETE VALTELLINESE OFFENDE IL NOSTRO ARCIVESCOVO : QUESTA E’ LA CARITA’ DEI CATTOLICI ROMANI – APPENA LI SI CRITICA TI DICONO CHE “NON SEI VESCOVO”…
Il giorno 28 Dicembre 2010 è successo questo triste fatto presso la Chiesa Parrocchiale di S.Eusebio in Grosotto.
Il nostro Arcivescovo Mons. Giovanni Climaco Mapelli, salito da Milano fino a questo paesino di montagna in alta Valtellina, che fa’ parte della Diocesi di Como, di cui è Vescovo l’ambrosiano Mons. Diego Coletti, per assistere al funerale delle ore 14, 30 , del padre di un amico medico cardiologo dell’Ospedale milanese San Raffaele, deceduto improvvisamente il giorno di Santo Stefano, è stato ricevuto nella Sacrestia dall’ex Parroco don Battista Rinaldi con una modalità talmente offensiva e maleducata da lasciare attoniti.
Mons. Mapelli ha soltanto avvisato il sacerdote di voler assistere (non certamente concelebrare) al funerale, magari indossando l’abito corale proprio, dato che era vestito in borghese e portava con se l’abito nella valigetta personale.
Chiedendo del Parroco, è stato subito investito dalle parole di don Rinaldi, che gli ha detto “il Parroco non c’è”, e quando si è qualificato come Vescovo gli ha risposto girandogli le spalle “Lei non è Vescovo”.
Dopo di che gli ha soggiunto a più riprese che “conosceva bene la sua persona”, che era “conosciuta da tutti e da tutte le parti per quel che scriveva da anni”.
E questo è forse una colpa?
Diventa forse una colpa o una condanna, a vita?
…o tale da comportare chissà quale ostracismo?…
Tutto ciò mentre una donna anziana visibilmente alterata e sconnessa presente alla scena, (presumibilmente la sacrestana locale) investiva il Vescovo con parole ripetutamente ossessive, poco rispettose, del tipo “anch’io la conosco”, e ancora “anch’io l’ho già vista…” ecc. , con un tono per niente cordiale.
Il prete non ha neppure chiesto alla donna di evitare commenti e altri atteggiamenti poco consoni, com’era sua dovere in quel frangente.
Quando Mons. Mapelli ha chiesto il nome del prete, questi non ha voluto neppure dichiararlo.
Ebbene, a noi viene d’obbligo una riflessione amara e tremenda: quando vengono mosse critiche fondate, o comunque viene espresso un dissenso sul modo di vivere il cristianesimo o Vangelo da parte di esponenti del mondo cattolico romano, ecco che questi soggetti mai abituati alla semplice dialettica, ma al monologo autovalidante e autoreferente, ti attaccano dicendo ” Tu non sei Vescovo”, oppure in altri casi accaduti “non sei Prete”…
Era lo stesso atteggiamento che Gesù ha dovuto subire dai Farisei del suo tempo, quando alle sue stesse forti critiche al loro modo di vivere la fede e la religiosità, questi rispondevano dicendo “ha un demonio” oppure “cosa può mai venire di buono da Nazareth!”.
Infine il prete ha detto di “stare in Curia”, e di leggere tutto quello che arriva in Curia di Como sul conto del Vescovo Mapelli, ed ha citato l’Ufficio ecumenismo della Diocesi.
Noi non abbiamo mai nutrito grande fiducia nelle istituzioni della Chiesa cattolica romana, nè della sua ipocrisia che le pervade tutte, da cima a fondo, in modo pressochè irreversibile.
Ipocrisia e potere fine a se stesso, totale assenza di umanità e carente carità cristiana, presunzione di perfezione e pretesa di interpretare autenticamente tutta quanta la Verità in terra e lo stesso mandato di Cristo.
Guardando ai fatti e ai risultati, dobbiamo dubitare decisamente che le cose stiano proprio così.
Il nostro Vescovo, umiliato, ha seguito la cerimonia funebre in un angolo della Chiesa, dietro ad una colonna laterale che gli ha permesso di non dover guardare in faccia il celebrante, un uomo probabilmente pieno di sè e piuttosto maleducato e altezzoso, che dall’alto del suo atteggiamento clericale manteneva pure un sorrisetto compiaciuto e sornione.
Questo è il trattamento – dopo tutto quanto ha dovuto subire il nostro Arcivescovo e Primate negli anni da queste Chiese romane cattoliche e da queste Curie Arcivescovili e Vescovili – fin dal giorno 28 febbraio 1994 prima con la radiazione dall’insegnamento ben nota, per giungere agli oltraggi di oggi e a questi comportamenti indecenti.
Noi sopportiamo tutto con pazienza, perchè conosciamo in spirito i cuori di coloro che mettono in atto queste azioni cattive e distruttive.
Tuttavia il Signore che è giusto Giudice, sa come ricambiarci con la sua grazia in ogni momento.
E Lui stesso che ha detto infatti:
“Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”.

(Vangelo secondo Luca 11, 9-13)

A questi Preti e Vescovi che ogni volta ci danno in testa pietre o serpi e scorpioni, noi rispondiamo lodando Dio, perchè ogni giorno ci riempie di amore e di gioia nonostante loro.
Certo è che se la nostra fede in Cristo non fosse radicata, da parte di questi uomini di Chiesa, essa è messa duramente alla prova: infatti un ostacolo alla fede per gli uomini e le donne di oggi è proprio il comportamento di tanti preti (e suore) .

breve nota biografica sul Prete Don Battista Rinaldi:
Battista Rinaldi è nato a Baruffini, frazione di Tirano nel 1950, sacerdote nel 1975 , vicario a Morbegno (1975-1979), parroco di Roncaiola (1979-1982) parroco di Pedenosso (1982-1987), prevosto a Ponte in Valtellina (1987-2006) è stato vicario foraneo della zona e prevosto di Grosotto.
Il suo brillante curriculum universitario annovera la laurea in pedagogia all’Università Cattolica di Milano, il dottorato in Sacra Teologia e ancora la laurea conseguita all’Anselmianum di Roma. Ha tenuto una rubrica religiosa su “La Provincia” i cui testi sono stati raccolti in volume.
Attualmente : dal 2008, Direttore dell’ Ufficio catechesi e Direttore dell’ Ufficio ecumenismo in Curia Vescovile a Como.

p.s.
non c’è che dire, tre lauree, “brillante curriculum”, tanta gloria umana (o vanagloria) : pochissima o nulla carità e cordialità, rispetto zero.
Spiace costatate in Preti relativamente giovani caratteristiche così deludenti sotto il profilo umano e ministeriale, al di là degli esibiti e ostentati titoli accademici, che non ci fanno certamente dimenticare ciò che dicevano gli antichi Santi e Padri del deserto, tra i quali lo stesso Sant’Antonio il Grande, Abate di Coma in Egitto (e la cui statua stava proprio dinanzi al Vescovo in Chiesa, con un dito che indica la virtù principe, la Carità, spesso raffigurata come un fuoco ardente sul petto del Santo, nelle Icone orientali )
” sii umile, nella semplicità del cuore, poichè intelligente e superbo lo è anche il Demonio!” (Cfr. Vita di Antonio, scritta da S.Atanasio )
Ci lascia stupito il fatto che questo presbitero diriga l’Ufficio per l’ecumenismo diocesano, e che non sappia (o non voglia) distinguere quale sia la differenza teologica e non soltanto giuridica tra una “Chiesa canonica ” e “Chiesa non canonica” (così pure tra un Vescovo autentico ma ritenuto per motivi storici di discendenza e successione apostolica non canonico ed un Vescovo canonico, in comunione con altri Sinodi locali o nazionali).
Certo è che l’ignoranza della teologia sacramentale, aumentata dalle illazioni degli Ortodossi ufficiali canonici, che in genere ci odiano e ci delegittimano ad ogni piè sospinto senza motivo nobile, per pura ragione di dogmatismo ottuso e becero, mancanza di amore e carità, presunzione di totale ortodossia della fede ed esclusività di rappresentanza, spirito animoso di rivalsa per antichi torti e rancori mai sopiti tra Chiese, fa’ il paio con l’approssimazione più sciocca e superficiale presente in tanti Uffici curiali.
Avremmo voluto vedere se questo prete avesse ricevuto così anche un vescovo autentico di una Chiesa non canonica di grandi e antiche origini, ad esempio quelle che sono uscite dal Patriarcato di Mosca con il Metropolita (oggi Patriarca) Filarete o piuttosto dell’Estonia, che hanno oggi problemi di riconoscimento con Mosca e hanno chiesto di passare al Patriarcato di Costantinopoli, come pure altre Chiese Orientali che non fanno parte del Consiglio Mondiale delle Chiese di Ginevra.
Dirigere un Ufficio per l’ecumenismo, se non altro, esige di avere una visione meno settaria e burocratica delle vicende ecclesiali, cosa che neppure a Milano tengono in grande considerazione, attenti come sono a prediligere le Chiese ufficiali più potenti, magari corteggiandone le mire e le ambizioni, analoghe a quelle proprie, coltivate nei vari palazzi di curia, anche quando sono in antitesi con il Vangelo del Signore e la sua inderogabile testimonianza, compresa la povertà e la sobrietà di mezzi.
Il nostro Arcivescovo, che riceve umiliazioni e offese, come nessuno tra i Vescovi occidentali in Italia, aveva voluto ringraziare con la sua presenza il medico del San Raffaele di Milano conosciuto da anni, poichè pochi giorni fa’ il medesimo aveva curato e seguito suo padre di 86 anni, per i problemi cardiaci di cui soffriva, mentre invece l’indomani il medico stesso ha visto morire il proprio padre molto più giovane.
Questo fatto l’aveva colpito e spinto a raggiungere Grosotto fino in alta Valtellina, dove appunto è stato trattato come descritto.
Abbiamo deciso, cosa insolita, di rendere pubblico questo fatto, non l’unico, poichè è giusto che i cristiani tutti sappiano quali siano realmente i sentimenti che battono nel cuore dei rappresentanti delle loro stesse Chiese.
Destino , o meglio la volontà del Signore per noi, ha voluto che fosse l’ex Parroco di Grosotto a celebrare il funerale del padre dell’amico di Mons. Mapelli, e quindi il Responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo attuale, a doverlo ricevere in quella Chiesa.
Oggi sappiamo ciò che pensano di noi i fratelli cattolici romani, e lo sappiamo direttamente dagli officiali di Curia: e pertanto studiando il caso stesso in tutti i suoi risvolti civili e penali, l’ultimo fatto ci sarà d’ausilio anche per chiedere l’intervento di un Tribunale dello Stato per stabilire una volta per tutte la verità (considerando che siamo in possesso di tutti i documenti comprovanti l’autenticità dell’ordinazione episcopale ).Noi non chiediamo di essere ricevuti con ufficialità da questi fratelli nè di ricevere i loro fasulli onori o riverenze, ma non permetteremo oltre che ci denigrino e ci dileggino dicendo il falso impunemente.
Chiunque affermerà cose non vere o negherà l’autenticità del nostro Vescovo, stavolta sarà chiamato a rispondere davanti ad una Autorità Giudiziaria.

“Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.” (Luca 12, 1-3)

LA SEGRETERIA DIOCESANA

Milano, 29 dicembre 2010
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nelle foto:

* Icona del Fariseo e del Pubblicano
* La Chiesa Parrocchiale di Grosotto (Sondrio) in Diocesi di Como
* Il Duomo di Como e la Città di Como
* Mons. Diego Coletti Vescovo di Como
* Icona della Barca della Chiesa di Cristo
* Sant'Antonio abate indica la virtù della Carità per il Cielo
* L'incontro ecumenico ad Assisi del 1986
* Pietro e Paolo, Fratelli e Apostoli del Signore: abbraccio ecumenico

giovedì 23 dicembre 2010

SANTA MESSA della NOTTE di NATALE * Celebrazione della Natività del Signore * 24 dicembre 2010 alle ore 21.30 presso la STAZIONE CENTRALE di MILANO –











CHIESA + CRISTIANA ANTICA + CATTOLICA e + APOSTOLICA

Diocesi di di Monza – Milano per l’ITALIA (di origine ortodossa)


Icona della Natività
Scuola di Rublëv (1410 –1430), Mosca - Galleria Tretjakov

“Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e Pace in Terra agli uomini e donne che Egli ama”
S. MESSA della Notte di NATALE
nella Liturgia Antica della Chiesa Indivisa di Oriente e Occidente
( Rito GALLICANO antico sec. VI )

nel terzo anniversario

in STAZIONE CENTRALE di MILANO
presso la Grande Sala Reale - a lato del binario n. 21
* 24 Dicembre 2010 - ore 21,30*
celebrata da mons.
+ GIOVANNI CLIMACO MAPELLI
Arcivescovo Primate
con i Presbiteri Diocesani


La Celebrazione è aperta a tutti, in particolare a chi vive in solitudine o in stato di sofferenza e abbandono nei pressi della Stazione Centrale di Milano, e avrà inizio alle ore 21,30
la Sala è riscaldata
per informazioni tel. 338.4066959 - 339.5280021

(al termine verrà dato un piccolo dono ai partecipanti)

* nelle immagini :

1) la Benedizione natalizia dell'Arcivescovo Primate

2) Icona di san Giovanni Evangelista, chiamato in Oriente Il Teologo e il Silenzio, per la sua contemplazione del Verbo incarnato del Prologo al suo Evangelo. Giovanni, l'Apostolo che Gesù amava, il prediletto del Signore, che ha custodito la Vergine Maria a Efeso ed è morto nell'isola di Patmos in Grecia: il grande testimone dell'Incarnazione del Figlio di Dio.
"IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI" (Prologo del Vangelo di Giovanni)

3) Icona della Natività di scuola russa di Rublev (sec. XIII)

** notizia storico-artistica sulla SALA REGIA o SALA REALE interna alla Stazione Centrale di Milano:
Milano Centrale - Il Padiglione Reale
Disegnato da Ulisse Stacchini e inaugurato nel 1931 per accogliere la famiglia Savoia, ritorna oggi al suo antico splendore a seguito dell’importante opera di restauro realizzata da Grandi Stazioni Spa, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Milano, e conclusa nel mese di marzo del 2007. Percorrendo pavimenti intarsiati attraverso un corridoio di arredi, mosaici e decorazioni marmoree si respira un’aria antica, surreale, un luogo che anche emotivamente contrasta con il frenetico movimento delle migliaia di passeggeri quotidiani che transitano nella stazione di Milano Centrale. Il Padiglione Reale si articola in due sale disposte su due piani: la Sala Reale e la Sala delle Armi.
La Sala Reale

La Sala Reale, situata al piano binari, a cui si accede direttamente dal Binario 21, è ampia 416 mq e può accogliere fino a 100 persone in piedi e 80 sedute; è ornata da “arredi storici” e provvista di 80 sedie e aria condizionata/riscaldamento.
La Sala delle Armi

La Sala delle Armi, situata al piano terra, (come Atrio d'ingresso allo scalone regio, a cui si accede da piazza Luigi di Savoia 1/26, si estende per 421 mq, con una capacità di accoglienza leggermente inferiore a quella della Sala Reale (100 persone in piedi e 60 sedute), arredi e tendaggi importanti, aria condizionata/riscaldamento.

giovedì 16 dicembre 2010

BERLUSCONI HA RIOTTENUTO UNA RISICATA FIDUCIA IN PARLAMENTO * IL QUIRINALE TACE poichè da RESIDENZA DI PAPI è DIVENTATO RESIDENZA DI PONZIO PILATO...



















SILENZIO : è tempo di lutto nazionale – BERLUSCONI HA RIOTTENUTO UNA RISICATA FIDUCIA IN PARLAMENTO – IL QUIRINALE TACE POICHE’ DA RESIDENZA DI PAPI E’ DIVENTATO RESIDENZA DI PONZIO PILATO – LA GERARCHIA VATICANA CON BERTONE E LA CEI CON BAGNASCO QUASI SI RALLEGRANO : LE MALEFATTE DEL PREMIER NON LI SFIORANO NEPPURE – LA MORALE E L’ETICA SI PREDICANO AL POPOLINO NON GIA’ AL POTENTE CHE ELARGISCE LAUTE MANCE – LA CENA DELLE BEFFE…
IL PREVEDIBILE RUOLO DELLA CHIESA VATICANA NELL'INTERA VICENDA: UNA FARSA IN DUE ATTI

E’ silenzio totale, ora, per LUTTO NAZIONALE…
ci prepariamo al Natale in silenzio, un silenzio greve e grave.
SILENZIO.
Non già il silenzio di Pilato che siede al Quirinale.
Non è cosa di poco conto infatti chi sieda, da tempo, sulla poltrona del Governo, se un uomo che ama le istituzioni, ne rispetta le leggi, e mantiene un comportamento ispirato almeno all’etica della decenza…
Ma evidentemente all’inquilino del Quirinale, che fu residenza di Papi regnanti fino a Pio IX, questi requisiti e queste caratteristiche fondamentali per una Repubblica democratica e per la tenuta del suo assetto costituzionale, evidentemente non interessano o non sono di particolare rilievo.
Poi il Signor Presidente Giorgio Napolitano, alla veneranda età di 85 anni, dovrà andare Lui a spiegare agli italiani, ai cittadini sgomenti, perchè mai tanti cittadini e giovani in Italia siano diventati del tutto anarchici alle leggi, al comportamento legale, e al rispetto civico, affascinati dalla maleducazione crassa, dal “faccio quel cazzo che voglio”, dalla violenza, dal menefreghismo, dalla sfiducia, persino dalla più sciocca maleducazione e prepotenza.
Forse il Presidente e con lui tanti altri non si ricordano più ciò che a noi insegnavano una volta i buoni maestri, non quelli di oggi: che l’esempio è determinante per creare la cultura della legalità, del senso della giustizia, dell’obbligo dei doveri civici e morali.
No. Tutto è lasciato ad una approssimazione incredibile, tutto è votato all’improvvisazione educativa, all’assenza di esempi virtuosi, allo sfascio, al tanto peggio tanto meglio, alla cultura del furbo e delle furbate, al raggiro e alla prepotenza di chi non ha regole se non il proprio tornaconto.
Forse fuori dai Palazzi della politica e fuori dal Palazzo più alto, il Quirinale, nessuno si accorge del degrado palpabile nelle strade del Paese, nell’imbarbarimento dei rapporti umani, antropologici, determinati dal malesempio di questa classe politica di governo e del suo capo: non si accorgono di nulla perchè viaggiano con scorte e coorte su macchine di rappresentanza blu e vetri affumicati e neri.
Il Paese, come per l’immondizia di Napoli, è preda di una febbre di anarchia totale di valori e di principi, di idee pulite e di conseguenti comportamenti onesti: gli stessi scontri feroci e ferali di ieri a Roma ce lo indicano: violenze e brutalità che hanno messo la Città capitale a ferro e fuoco con un manipolo di facinorosi agguerriti, la cui identità è ancora mistero fitto, che hanno stravolto una libera e democratica, pacifica e civile manifestazione di dissenso.
Ecco, questa violenza e questo precipitare di eventi, con tutto il corollario di scontri, e questa gioventù arrabbiata e disincantata, illusa e amareggiata, privata di speranza e di futuro, di riscatto e di sopravvivenza stessa, nel mezzo di questa tremenda crisi e sfacelo economico generale, hanno dei responsabili, non è frutto del caso o del fato e destino. No
Questi responsabili stanno quasi tutti sotto lo scranno più alto del Quirinale, stanno dentro una compagine di governo che ha visto negli ultimi anni indagati ministri per corruzione, che ha visto sfiduciati sottosegretari, cricche e coventicole del malaffare, e tutto un sottobosco corrotto e corruttore consono alle intime idee stesse di chi lo guida, poichè nessuno ha colto sgomento nel Capo del governo circa il malaffare presente nel suo stesso esecutivo.
Questo è il malesempio che ha fatto degenerare tutta una gioventù stanca ed esasperata dall’impunità dei potenti e dei miliardari, quando a loro, nella quotidiana lotta di precari e di poveri di fatto, nulla viene mai neppure condonato, nè scontato.
Ebbene chi doveva parlare ha taciuto, anzi ha dato circa un mese all’oligarca mezzo sfiduciato per ricostruire le fila, per ritessere la tela del ragno di un governo osceno e indecente che mai l’Italia ha potuto osservare dai tempi del Duce degli ultimi anni, prima di piazzale Loreto.
Ha taciuto anche quando si è fatto ilo mercato delle vacche o dei porci per l’acquisto di parlamentari e di voti da spostare da un emiciclo all’altro del Parlamento, non avvedendosi così che a di là del fatto penale e di reato cui spetterà ancora una volta alla Magistratura dover accertare – la Magistratura da sempre vituperata e denigrata dal Capo impunito del Governo – è lo stesso significato del mandato parlamentare, del suo valore costituzionale che viene così calpestato e vanificato.
Un delitto costituzionale gravissimo ed esiziale.
Tutto ciò tra le risa e la noncuranza del Capo del Governo e dei suoi che gongolavano per questa operazione di colpo di mano e di attentato alla Costituzione di cui potrebbero essere chiamati a rispondere se in questo Paese la Costituzione avesse ancora un valore.
No.
Il Capo dello Stato, forse perchè si dice, intimidito da dossier che lo zelante giornalista (eufemismo) Vittorio Feltri e altri tengono in qualche cassetto e minacciando di esibire circa l’ex uomo del PCI Giorgio Napolitano, signore di Napoli all’antica forse troppo per bene ed educato, per queste marmaglie che scorribandano la nostra Repubblica, ha dovuto tacere.
Silenzio e sopraffazione.
A tutto questo si aggiunge la parola di Vescovi e Cardinali (eufemismo, preferiamo qui tacere perchè non è mai stato l’abito che fa’ il monaco nè il cardinale e nemmeno il papa purtroppo ) che quasi si rallegrano di un voto definito “democratico”, alla faccia del mercato di compravendita a cielo aperto che si è compiuto.
Forse sarà il vezzo a cui è adusa questa gerarchia clericale che compra e vende anche le cose sacre e più sacre, quell’antica simonia scomunicata dagli antichi concili apostolici e sempre valida, ma sempre praticata dalla Chiesa di Roma, saranno i tanti soldi ricevuti in dono dal Despota di Arcore che li avranno lusingati e fatti parlare.
E’ per questo che dove la morale civile è fallita in questo tristo Paese, quella cattolica religiosa è addirittura sprofondata, trascinando giù con la pedofilia occultata da decenni e il malaffare della Banca vaticana, quel piccolo barlume di idealità o di vangelo, merito di uomini e donne di fede, di veri e propri resistenti della fede, che ancora sopravviveva nonostante questi vescovi e questi stessi cardinali e e le loro diaboliche e mercantili materialistiche azioni.
Oggi è silenzio: viene il Natale, nasce Cristo, sempre piccolo e povero e Noi siamo in Lutto.
Il Lutto che non troverà presto consolazione.
” Puer natus est nobis et Filius datus est nobis”.
Venite adoremus!


Ma la sua nascita avviene oggi nella totale desolazione.


+ Giovanni Climaco Mapelli
Arcivescovo Primate
e i Teologi, religiosi e laici, del CENTRO STUDI TEOLOGICI di Milano
Centro Ecumenico

Milano, 16 Dicembre 2010 dell’Era del Signore

venerdì 26 novembre 2010

CARLO BORROMEO: CHE SANTO E' STATO? Può essere santità quella che non disdegna di far ammazzare tante persone? LE DUBBIE RAGIONI della CHIESA...



















CARLO BORROMEO a 400 anni dalla Canonizzazione: FU VERAMENTE SANTO? la storiografia ci tramanda una figura ben diversa da quella dipinta dalla Chiesa Ambrosiana : NEPPURE I CARDINALI MARTINI e TETTAMANZI HANNO SAPUTO SOTTRARSI ALL’EQUIVOCO e ALLA TENTAZIONE DI MISTIFICARE LA STORIA… ( la Lettera del Papa per la ricorrenza : elogio, retorica e reticenza )

SAN CARLO BORROMEO (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584) Inquisitore papale e cardinale arcivescovo di Milano

Pio IV, nato Giovanni Angelo Medici di Marignano ( Milano, 31 marzo 1499 – Roma, 9 dicembre 1565) ZIO MATERNO di SAN CARLO BORROMEO


MARTINI consegna a TETTAMANZI il pesante PASTORALE di SAN CARLO – tremenda eredità storica

Libretto SANTI per VOCAZIONE, sull’esempio di San Carlo Borromeo – 2010 scritto da Dionigi Tettamanzi


Libretto IN CAMMINO CON SAN CARLO per gli operatori pastorali della Diocesi – 2010 opera del card. Dionigi Tettamanzi

Libretto LETTERA A SAN CARLO – scritta dal cardinale Carlo Maria Martini


i cardinali Martini e Tettamanzi, gli ultimi successori di San Carlo Borromeo: neppure loro si sono sottratti al triste gioco dell’equivoco e della mistificazione storica

Lettera di Benedetto XVI al cardinale Tettamanzi per il IV Centenario della Canonizzazione di San Carlo : come al solito un grande elogio e una grande reticenza – si enumerano i pregi e si nascondono tutti i difetti : in una parola LA MISTIFICAZIONE o la SANTITA’ FITTIZIA… il Papa elogia la carità di San Carlo specchio di quella di Cristo: QUALE CARITA’ per CHI HA FATTO UCCIDERE TANTE PERSONE TRA ATROCI TORMENTI? QUALE CARITA? E CRISTO CHE SEMPRE RIFIUTO’ LA VIOLENZA COSA DIREBBE di LUI? Ma alla Chiesa di Milano e a quella di Roma non interessa niente!… niente di quel che Cristo pensa veramente…


Stemma di San Carlo Borromeo – Humilitas è il suo motto (…più che di umiltà si trattò di ferocia e impunità – Impunitas)

San Pio V – Antonio, in religione Michele Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572) ferocissimo inquisitore ed antisemita e interprete del Concilio di Trento


JOSEPH RATZINGER il cardinale inquisitore del XXI secolo divenuto Papa

Medaglia d’argento, 1580 circa, diametro 34 mm. che deride il Concilio di Trento. Questa medaglia mostra un cardinale e un papa, ma quando è capovolta, si vedono un demone e un jolly.


il Concilio di Trento che ha irrigidito la dottrina cattolica attorno al papato e alla sua curia


IL NUOVO CONCISTORO e il sangue versato dagli altri… UNA CARRELLATA DENTRO LA STORIA di UNA VETUSTA ISTITUZIONE : anche i cardinali contemporanei, purtroppo, non si sottraggono al gioco della mistificazione…
SAN CARLO e i SUOI SUCCESSORI….

” I cardinali di Santa Romana Chiesa devono testimoniare il Vangelo di Cristo fino all’effusione del sangue! Così afferma l’antica tradizione della Chiesa di Roma, e per questo indossano il colore rosso porpora, che ricorda il colore del sangue: peccato che nella Storia della Chiesa, dalle sue origini ad oggi, più che versare il proprio sangue, spesso hanno fatto versare o contribuito a far versare quello degli altri! “

( + Giovanni Climaco Mapelli )

PIO IV lo zio materno di San Carlo Borromeo, noto per i suoi metodi feroci e brutali
San Carlo Borromeo, divenuto cardinale a 14 anni, nipote di Pio IV: proclamato santo e patrono della Chiesa ambrosiana, inquisitore papale macchiatosi di crimini orrendi e feroce persecutore di “eretici” – le vittime del suo periodo episcopale che va’ dal 1566 al 1578 sono state circa 500 mila secondo fonti attendibili – breve nota storica :Nonostante le Diete di Ilanz del 1524 e del 1526 avessero proclamato la libertà di culto nella Repubblica delle Tre Leghe in Svizzera, il Borromeo combatté il protestantesimo nelle valli svizzere, imponendo rigidamente i dettami del Concilio di Trento. Nella sua visita pastorale in Val Mesolcina in Svizzera fece arrestare per stregoneria un centinaio di persone, dopo le torture quasi tutti abbandonarono le fede protestante salvandosi così la vita, 10 donne ed il prevosto furono invece condannati al rogo nel quale furono gettati a testa in giù. Segretario di Stato del papa e poi arcivescovo di Milano, venne nominato “Protector Helvetiae”. Egli propose la creazione di una Nunziatura apostolica, di un collegio di gesuiti e di un seminario; per la formazione dei membri del clero provenienti dalla Confederazione elvetica fondò il “Collegio Elvetico” a Milano; organizzò sinodi diocesani di cui fecero parte le Tre valli ambrosiane del Canton Ticino, che visitò integralmente fin sulle cime innevate del Passo del San Gottardo. Sostenuti da papa Gregorio XIII (1572-85), questi sforzi portarono alla creazione della nunziatura di Lucerna, che seguì da vicino l’applicazione delle riforme.IV CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI SAN CARLO BORROMEO

FU VERAMENTE UN SANTO?

quando anche Martini e Tettamanzi si prestano all’equivoco

e alla mistificazione della storia

San Carlo dei Conti Borromeo , che ha lasciato una scia di morti e di perseguitati e torturati : venerato dalla Chiesa di Milano, di cui ricorre quest’anno il IV centenario della Canonizzazione – il 4 novembre 2010 – a lui si sono ispirati spesso molti Vescovi di Milano, non ultimi i cardinali Martini e Tettamanzi :«Quella di san Carlo è stata una santità che ha educato e continua ad educare la Chiesa: la sua è stata una santità popolare – quella di un vescovo che ha vissuto in mezzo al popolo – missionaria e contagiosa. Un santità che il Borromeo ha perseguito nel suo ministero di vescovo, fondando la sua azione pastorale sul Vangelo, sul desiderio di conformazione a Cristo…” da Dionigi Tettamanzi : SANTI per VOCAZIONE , sull’esempio di San Carlo Borromeo – ed. Centro Ambrosiano agosto 2010 -
Il Libretto: SANTI per VOCAZIONE , sull’esempio di San Carlo Borromeo – 2010 – Lettera a tutti i fedeli della Chiesa Ambrosiana che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha dedicato alla figura di SAN CARLO BORROMEO come esempio di santità (ci vuole una bella fantasia per proporre oggi una figura del genere! oppure è una delle tante opere di mistificazione religiosa della storia? )

Libretto dedicato agli Operatori pastorali della Diocesi di Milano, dal titolo: IN CAMMINO con SAN CARLO (la figura del Borromeo è sempre indicata come esempio da imitare …) LA CHIESA CATTOLICA ROMANA E AMBROSIANA RILEGGE LA STORIA CON UN REVISIONISMO DA FARE SPAVENTO PERSINO AD UNA DITTATURA : I CRIMINALI DIVENTANO SANTI! anche 400 anni dopo….
Libretto su San Carlo Borromeo dal titolo : LETTERA A SAN CARLO dedicato dal cardinale Carlo Maria Martini al suo tristo predecessore, di cui ha tessuto le lodi e le virtù, tacendo sui difetti e sui crimini dallo stesso perpetrati…

Il Cardinale MARTINI consegna il gigantesco e pesante Pastorale di San Carlo al suo successore Dionigi Tettamanzi – 29 settembre 2002 in Duomo a Milano : un’eredità pesante e tremenda davvero da sopportare, anche per due cardinali progressisti e di grande apertura di mente e di cuore – SUCCESSORI SULLA CATTEDRA di UN ANTICO “CRIMINALE”

LETTERA DI PAPA BENEDETTO XVI per il IV CENTENARIO della CANONIZZAZIONE di SAN CARLO
Al venerato Fratello
Cardinale DIONIGI TETTAMANZI
Arcivescovo di Milano

Lumen caritatis. La luce della carità di san Carlo Borromeo ha illuminato tutta la Chiesa e, rinnovando i prodigi dell’amore di Cristo, nostro Sommo ed Eterno Pastore, ha portato nuova vita e nuova giovinezza al gregge di Dio, che attraversava tempi dolorosi e difficili. Per questo mi unisco con tutto il cuore alla gioia dell’Arcidiocesi ambrosiana nel commemorare il quarto centenario della canonizzazione di questo grande Pastore, avvenuta il 1° novembre 1610. (sic!)

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http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2010/documents/hf_ben-xvi_let_20101101_lumen-caritatis_it.html

PAPA PIO V , dell’Ordine dei Frati Predicatori detti Domenicani (Domini Canes, cioè Cani del Signore) un Santo Inquisitore la cui ferocia non era da meno dei suoi predecessori, tanto che rimane proverbiale l’orgoglio con il quale indossava il saio bianco di inquisitore domenicano anche da Papa, macchiato di sangue degli eretici e nemici della fede dopo aver assistito alle torture… da allora i papi vestono con l’abito talare bianco. E’ stato il continuatore del Concilio di Trento che promosse la Controriforma e la persecuzione dei protestanti in tutta l’Europa, con uccisioni e massacri, cui per miracolo sfuggì lo stesso Martin Lutero
Politica antiebraica di PIO V
Il 26 febbraio 1569 emanò contro gli ebrei la bolla “Hebraeorum gens sola quondam a Deo dilecta”, con cui ne ordinava l’espulsione da tutte le terre dello Stato Pontificio, ad eccezione di Roma, Ancona ed Avignone. Gli ebrei di Bologna, città facente parte dello Stato dal 1506, passarono nel vicino territorio estense; ma siccome la bolla ordinava anche la distruzione di tutto ciò che potesse ricordare l’esistenza di una comunità ebraica, compresi i cimiteri, gli ebrei di Bologna abbandonarono la città portando con sé anche i loro morti. In seguito scomparirono per sempre alcune comunità ebraiche italiane: quelle di Ravenna, Fano, Camerino, Orvieto, Spoleto, Viterbo, Terracina, che mai più risorsero. Gli ebrei abitanti presso Roma si rifugiarono nel già sovrappopolato ghetto romano.

IL CONCILIO di TRENTO
Il Concilio di Trento o Concilio Tridentino fu il XIX Concilio della Chiesa cattololica (detti “ecumenici” impropriamente dagli occidentali cui manca del tutto la Chiesa Orientale ortodossa) aperto da papa Paolo III nel 1545 e chiuso, dopo numerose interruzioni, nel 1563. Con questo concilio venne definita la riforma della Chiesa (Controriforma) e la reazione alle dottrine del calvinismo e luteranesimo (Riforma protestante).
Fu un concilio importante per la storia della Chiesa, tanto che l’aggettivo “tridentino” viene usato ancora oggi per definire alcuni aspetti caratteristici della Chiesa cattolica ereditati da questo concilio e mantenuti per i successivi tre secoli, fino ai concili Vaticano I e Vaticano II.
giudizi critici sul Concilio

Medaglia d’argento, 1580 circa, diametro 34 mm, copia dell’originale (circa 1545), che deride il Concilio di Trento. Questa medaglia mostra un cardinale e un papa, ma quando è capovolta, si vedono un demone e un jolly.
Sull’assise conciliare non mancarono, già tra i contemporanei, i giudizi critici, non soltanto tra le file dei protestanti. In ambito cattolico, ad esempio, particolarmente esplicita fu la valutazione espressa da Paolo Sarpi, teologo ed erudito appartenente all’Ordine dei Servi di Maria, nonché influente consigliere della Repubblica di Venezia in occasione della complessa questione dell’interdetto (1604-1607). Nella sua Istoria del Concilio Tridentino, Sarpi affermò che il Tridentino ebbe effetti opposti rispetto a quelli auspicati da quanti ne caldeggiarono la convocazione, fallendo nel tentativo di ricomposizione dello scisma protestante e favorendo un’ulteriore centralizzazione della Chiesa cattolica attorno al papato e alla Curia romana, che videro enormemente rafforzato il proprio potere a discapito dell’autorità dei vescovi:
« Questo concilio, desiderato e procurato dagli uomini pii per riunire la Chiesa che comminciava a dividersi, ha così stabilito lo schisma et ostinate le parti, che ha fatto le discordie irreconciliabili; e maneggiando da li prencipi per riforma dell’ordine ecclesiastico, ha causato la maggior deformazione che sia mai stata da che vive il nome cristiano, e dalli vescovi sperato per racquistar l’autorità episcopale, passata in gran parte nel sol pontefice romano, l’ha fatta loro perdere tutta intieramente, riducendoli a maggior servitù: nel contrario temuto e sfugito dalla corte di Roma come efficace mezzo per moderare l’essorbitante potenza, da piccioli principii pervenuta con vari progressi ad un eccesso illimitato… »

Frontespizio dell’opera Istoria del Concilio tridentino di Paolo Sarpi
Sul Concilio si dibatté a lungo anche nei secoli successivi, come testimonia l’abbondante letteratura controversistica sul tema. Nell’Ottocento, inoltre, la questione si spostò su un terreno più propriamente storiografico, quando si definirono in modo compiuto due tesi, tra di loro contrapposte, ma entrambe destinate ad una duratura fortuna e ad un ampio seguito, soprattutto in ragione del prestigio degli studiosi che le formularono: Leopold von Ranke (1795-1886) e Ludwig von Pastor (1854-1928). Il primo sosteneva che vi furono vari movimenti di riforma fin dal XV secolo, e che questo Concilio ebbe il ruolo di una restaurazione contro i tentativi che andavano in tale direzione, uno dei quali si realizzò nella riforma protestante; il secondo sosteneva che il protestantesimo fu una rivoluzione e che il Concilio di Trento rappresentò la vera riforma. La differente valutazione espressa sui due movimenti e la questione terminologica ad essa collegata (riforma protestante e controriforma cattolica oppure rivoluzione protestante e riforma cattolica) ha avuto degli echi fino al giorno d’oggi, sebbene non siano mancati, soprattutto in ambito anglosassone, tentativi interpretativi miranti al superamento di questa impostazione generale della querelle.

Il Concilio di Trento – che ha irrigidito tutta la dottrina cattolica secondo la teologia romana curiale
Ratzinger il cardinale inquisitore del XXI secolo dai modi gentili e suadenti, che ha tagliato in modo incruento le teste a centinaia di teologi e vescovi dissidenti dentro la Chiesa cattolica e per questo premiato dal Conclave del 2005 con l’elezione a Pontefice : non vogliamo immaginare cosa avrebbe fatto questo cardinale tedesco come Prefetto del Santo Uffizio tra il 1500 ed il 1600. INCUBO!