venerdì 26 novembre 2010

CARLO BORROMEO: CHE SANTO E' STATO? Può essere santità quella che non disdegna di far ammazzare tante persone? LE DUBBIE RAGIONI della CHIESA...



















CARLO BORROMEO a 400 anni dalla Canonizzazione: FU VERAMENTE SANTO? la storiografia ci tramanda una figura ben diversa da quella dipinta dalla Chiesa Ambrosiana : NEPPURE I CARDINALI MARTINI e TETTAMANZI HANNO SAPUTO SOTTRARSI ALL’EQUIVOCO e ALLA TENTAZIONE DI MISTIFICARE LA STORIA… ( la Lettera del Papa per la ricorrenza : elogio, retorica e reticenza )

SAN CARLO BORROMEO (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584) Inquisitore papale e cardinale arcivescovo di Milano

Pio IV, nato Giovanni Angelo Medici di Marignano ( Milano, 31 marzo 1499 – Roma, 9 dicembre 1565) ZIO MATERNO di SAN CARLO BORROMEO


MARTINI consegna a TETTAMANZI il pesante PASTORALE di SAN CARLO – tremenda eredità storica

Libretto SANTI per VOCAZIONE, sull’esempio di San Carlo Borromeo – 2010 scritto da Dionigi Tettamanzi


Libretto IN CAMMINO CON SAN CARLO per gli operatori pastorali della Diocesi – 2010 opera del card. Dionigi Tettamanzi

Libretto LETTERA A SAN CARLO – scritta dal cardinale Carlo Maria Martini


i cardinali Martini e Tettamanzi, gli ultimi successori di San Carlo Borromeo: neppure loro si sono sottratti al triste gioco dell’equivoco e della mistificazione storica

Lettera di Benedetto XVI al cardinale Tettamanzi per il IV Centenario della Canonizzazione di San Carlo : come al solito un grande elogio e una grande reticenza – si enumerano i pregi e si nascondono tutti i difetti : in una parola LA MISTIFICAZIONE o la SANTITA’ FITTIZIA… il Papa elogia la carità di San Carlo specchio di quella di Cristo: QUALE CARITA’ per CHI HA FATTO UCCIDERE TANTE PERSONE TRA ATROCI TORMENTI? QUALE CARITA? E CRISTO CHE SEMPRE RIFIUTO’ LA VIOLENZA COSA DIREBBE di LUI? Ma alla Chiesa di Milano e a quella di Roma non interessa niente!… niente di quel che Cristo pensa veramente…


Stemma di San Carlo Borromeo – Humilitas è il suo motto (…più che di umiltà si trattò di ferocia e impunità – Impunitas)

San Pio V – Antonio, in religione Michele Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572) ferocissimo inquisitore ed antisemita e interprete del Concilio di Trento


JOSEPH RATZINGER il cardinale inquisitore del XXI secolo divenuto Papa

Medaglia d’argento, 1580 circa, diametro 34 mm. che deride il Concilio di Trento. Questa medaglia mostra un cardinale e un papa, ma quando è capovolta, si vedono un demone e un jolly.


il Concilio di Trento che ha irrigidito la dottrina cattolica attorno al papato e alla sua curia


IL NUOVO CONCISTORO e il sangue versato dagli altri… UNA CARRELLATA DENTRO LA STORIA di UNA VETUSTA ISTITUZIONE : anche i cardinali contemporanei, purtroppo, non si sottraggono al gioco della mistificazione…
SAN CARLO e i SUOI SUCCESSORI….

” I cardinali di Santa Romana Chiesa devono testimoniare il Vangelo di Cristo fino all’effusione del sangue! Così afferma l’antica tradizione della Chiesa di Roma, e per questo indossano il colore rosso porpora, che ricorda il colore del sangue: peccato che nella Storia della Chiesa, dalle sue origini ad oggi, più che versare il proprio sangue, spesso hanno fatto versare o contribuito a far versare quello degli altri! “

( + Giovanni Climaco Mapelli )

PIO IV lo zio materno di San Carlo Borromeo, noto per i suoi metodi feroci e brutali
San Carlo Borromeo, divenuto cardinale a 14 anni, nipote di Pio IV: proclamato santo e patrono della Chiesa ambrosiana, inquisitore papale macchiatosi di crimini orrendi e feroce persecutore di “eretici” – le vittime del suo periodo episcopale che va’ dal 1566 al 1578 sono state circa 500 mila secondo fonti attendibili – breve nota storica :Nonostante le Diete di Ilanz del 1524 e del 1526 avessero proclamato la libertà di culto nella Repubblica delle Tre Leghe in Svizzera, il Borromeo combatté il protestantesimo nelle valli svizzere, imponendo rigidamente i dettami del Concilio di Trento. Nella sua visita pastorale in Val Mesolcina in Svizzera fece arrestare per stregoneria un centinaio di persone, dopo le torture quasi tutti abbandonarono le fede protestante salvandosi così la vita, 10 donne ed il prevosto furono invece condannati al rogo nel quale furono gettati a testa in giù. Segretario di Stato del papa e poi arcivescovo di Milano, venne nominato “Protector Helvetiae”. Egli propose la creazione di una Nunziatura apostolica, di un collegio di gesuiti e di un seminario; per la formazione dei membri del clero provenienti dalla Confederazione elvetica fondò il “Collegio Elvetico” a Milano; organizzò sinodi diocesani di cui fecero parte le Tre valli ambrosiane del Canton Ticino, che visitò integralmente fin sulle cime innevate del Passo del San Gottardo. Sostenuti da papa Gregorio XIII (1572-85), questi sforzi portarono alla creazione della nunziatura di Lucerna, che seguì da vicino l’applicazione delle riforme.IV CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI SAN CARLO BORROMEO

FU VERAMENTE UN SANTO?

quando anche Martini e Tettamanzi si prestano all’equivoco

e alla mistificazione della storia

San Carlo dei Conti Borromeo , che ha lasciato una scia di morti e di perseguitati e torturati : venerato dalla Chiesa di Milano, di cui ricorre quest’anno il IV centenario della Canonizzazione – il 4 novembre 2010 – a lui si sono ispirati spesso molti Vescovi di Milano, non ultimi i cardinali Martini e Tettamanzi :«Quella di san Carlo è stata una santità che ha educato e continua ad educare la Chiesa: la sua è stata una santità popolare – quella di un vescovo che ha vissuto in mezzo al popolo – missionaria e contagiosa. Un santità che il Borromeo ha perseguito nel suo ministero di vescovo, fondando la sua azione pastorale sul Vangelo, sul desiderio di conformazione a Cristo…” da Dionigi Tettamanzi : SANTI per VOCAZIONE , sull’esempio di San Carlo Borromeo – ed. Centro Ambrosiano agosto 2010 -
Il Libretto: SANTI per VOCAZIONE , sull’esempio di San Carlo Borromeo – 2010 – Lettera a tutti i fedeli della Chiesa Ambrosiana che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha dedicato alla figura di SAN CARLO BORROMEO come esempio di santità (ci vuole una bella fantasia per proporre oggi una figura del genere! oppure è una delle tante opere di mistificazione religiosa della storia? )

Libretto dedicato agli Operatori pastorali della Diocesi di Milano, dal titolo: IN CAMMINO con SAN CARLO (la figura del Borromeo è sempre indicata come esempio da imitare …) LA CHIESA CATTOLICA ROMANA E AMBROSIANA RILEGGE LA STORIA CON UN REVISIONISMO DA FARE SPAVENTO PERSINO AD UNA DITTATURA : I CRIMINALI DIVENTANO SANTI! anche 400 anni dopo….
Libretto su San Carlo Borromeo dal titolo : LETTERA A SAN CARLO dedicato dal cardinale Carlo Maria Martini al suo tristo predecessore, di cui ha tessuto le lodi e le virtù, tacendo sui difetti e sui crimini dallo stesso perpetrati…

Il Cardinale MARTINI consegna il gigantesco e pesante Pastorale di San Carlo al suo successore Dionigi Tettamanzi – 29 settembre 2002 in Duomo a Milano : un’eredità pesante e tremenda davvero da sopportare, anche per due cardinali progressisti e di grande apertura di mente e di cuore – SUCCESSORI SULLA CATTEDRA di UN ANTICO “CRIMINALE”

LETTERA DI PAPA BENEDETTO XVI per il IV CENTENARIO della CANONIZZAZIONE di SAN CARLO
Al venerato Fratello
Cardinale DIONIGI TETTAMANZI
Arcivescovo di Milano

Lumen caritatis. La luce della carità di san Carlo Borromeo ha illuminato tutta la Chiesa e, rinnovando i prodigi dell’amore di Cristo, nostro Sommo ed Eterno Pastore, ha portato nuova vita e nuova giovinezza al gregge di Dio, che attraversava tempi dolorosi e difficili. Per questo mi unisco con tutto il cuore alla gioia dell’Arcidiocesi ambrosiana nel commemorare il quarto centenario della canonizzazione di questo grande Pastore, avvenuta il 1° novembre 1610. (sic!)

per il testo integrale vai al link :

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2010/documents/hf_ben-xvi_let_20101101_lumen-caritatis_it.html

PAPA PIO V , dell’Ordine dei Frati Predicatori detti Domenicani (Domini Canes, cioè Cani del Signore) un Santo Inquisitore la cui ferocia non era da meno dei suoi predecessori, tanto che rimane proverbiale l’orgoglio con il quale indossava il saio bianco di inquisitore domenicano anche da Papa, macchiato di sangue degli eretici e nemici della fede dopo aver assistito alle torture… da allora i papi vestono con l’abito talare bianco. E’ stato il continuatore del Concilio di Trento che promosse la Controriforma e la persecuzione dei protestanti in tutta l’Europa, con uccisioni e massacri, cui per miracolo sfuggì lo stesso Martin Lutero
Politica antiebraica di PIO V
Il 26 febbraio 1569 emanò contro gli ebrei la bolla “Hebraeorum gens sola quondam a Deo dilecta”, con cui ne ordinava l’espulsione da tutte le terre dello Stato Pontificio, ad eccezione di Roma, Ancona ed Avignone. Gli ebrei di Bologna, città facente parte dello Stato dal 1506, passarono nel vicino territorio estense; ma siccome la bolla ordinava anche la distruzione di tutto ciò che potesse ricordare l’esistenza di una comunità ebraica, compresi i cimiteri, gli ebrei di Bologna abbandonarono la città portando con sé anche i loro morti. In seguito scomparirono per sempre alcune comunità ebraiche italiane: quelle di Ravenna, Fano, Camerino, Orvieto, Spoleto, Viterbo, Terracina, che mai più risorsero. Gli ebrei abitanti presso Roma si rifugiarono nel già sovrappopolato ghetto romano.

IL CONCILIO di TRENTO
Il Concilio di Trento o Concilio Tridentino fu il XIX Concilio della Chiesa cattololica (detti “ecumenici” impropriamente dagli occidentali cui manca del tutto la Chiesa Orientale ortodossa) aperto da papa Paolo III nel 1545 e chiuso, dopo numerose interruzioni, nel 1563. Con questo concilio venne definita la riforma della Chiesa (Controriforma) e la reazione alle dottrine del calvinismo e luteranesimo (Riforma protestante).
Fu un concilio importante per la storia della Chiesa, tanto che l’aggettivo “tridentino” viene usato ancora oggi per definire alcuni aspetti caratteristici della Chiesa cattolica ereditati da questo concilio e mantenuti per i successivi tre secoli, fino ai concili Vaticano I e Vaticano II.
giudizi critici sul Concilio

Medaglia d’argento, 1580 circa, diametro 34 mm, copia dell’originale (circa 1545), che deride il Concilio di Trento. Questa medaglia mostra un cardinale e un papa, ma quando è capovolta, si vedono un demone e un jolly.
Sull’assise conciliare non mancarono, già tra i contemporanei, i giudizi critici, non soltanto tra le file dei protestanti. In ambito cattolico, ad esempio, particolarmente esplicita fu la valutazione espressa da Paolo Sarpi, teologo ed erudito appartenente all’Ordine dei Servi di Maria, nonché influente consigliere della Repubblica di Venezia in occasione della complessa questione dell’interdetto (1604-1607). Nella sua Istoria del Concilio Tridentino, Sarpi affermò che il Tridentino ebbe effetti opposti rispetto a quelli auspicati da quanti ne caldeggiarono la convocazione, fallendo nel tentativo di ricomposizione dello scisma protestante e favorendo un’ulteriore centralizzazione della Chiesa cattolica attorno al papato e alla Curia romana, che videro enormemente rafforzato il proprio potere a discapito dell’autorità dei vescovi:
« Questo concilio, desiderato e procurato dagli uomini pii per riunire la Chiesa che comminciava a dividersi, ha così stabilito lo schisma et ostinate le parti, che ha fatto le discordie irreconciliabili; e maneggiando da li prencipi per riforma dell’ordine ecclesiastico, ha causato la maggior deformazione che sia mai stata da che vive il nome cristiano, e dalli vescovi sperato per racquistar l’autorità episcopale, passata in gran parte nel sol pontefice romano, l’ha fatta loro perdere tutta intieramente, riducendoli a maggior servitù: nel contrario temuto e sfugito dalla corte di Roma come efficace mezzo per moderare l’essorbitante potenza, da piccioli principii pervenuta con vari progressi ad un eccesso illimitato… »

Frontespizio dell’opera Istoria del Concilio tridentino di Paolo Sarpi
Sul Concilio si dibatté a lungo anche nei secoli successivi, come testimonia l’abbondante letteratura controversistica sul tema. Nell’Ottocento, inoltre, la questione si spostò su un terreno più propriamente storiografico, quando si definirono in modo compiuto due tesi, tra di loro contrapposte, ma entrambe destinate ad una duratura fortuna e ad un ampio seguito, soprattutto in ragione del prestigio degli studiosi che le formularono: Leopold von Ranke (1795-1886) e Ludwig von Pastor (1854-1928). Il primo sosteneva che vi furono vari movimenti di riforma fin dal XV secolo, e che questo Concilio ebbe il ruolo di una restaurazione contro i tentativi che andavano in tale direzione, uno dei quali si realizzò nella riforma protestante; il secondo sosteneva che il protestantesimo fu una rivoluzione e che il Concilio di Trento rappresentò la vera riforma. La differente valutazione espressa sui due movimenti e la questione terminologica ad essa collegata (riforma protestante e controriforma cattolica oppure rivoluzione protestante e riforma cattolica) ha avuto degli echi fino al giorno d’oggi, sebbene non siano mancati, soprattutto in ambito anglosassone, tentativi interpretativi miranti al superamento di questa impostazione generale della querelle.

Il Concilio di Trento – che ha irrigidito tutta la dottrina cattolica secondo la teologia romana curiale
Ratzinger il cardinale inquisitore del XXI secolo dai modi gentili e suadenti, che ha tagliato in modo incruento le teste a centinaia di teologi e vescovi dissidenti dentro la Chiesa cattolica e per questo premiato dal Conclave del 2005 con l’elezione a Pontefice : non vogliamo immaginare cosa avrebbe fatto questo cardinale tedesco come Prefetto del Santo Uffizio tra il 1500 ed il 1600. INCUBO!

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