giovedì 16 dicembre 2010

BERLUSCONI HA RIOTTENUTO UNA RISICATA FIDUCIA IN PARLAMENTO * IL QUIRINALE TACE poichè da RESIDENZA DI PAPI è DIVENTATO RESIDENZA DI PONZIO PILATO...



















SILENZIO : è tempo di lutto nazionale – BERLUSCONI HA RIOTTENUTO UNA RISICATA FIDUCIA IN PARLAMENTO – IL QUIRINALE TACE POICHE’ DA RESIDENZA DI PAPI E’ DIVENTATO RESIDENZA DI PONZIO PILATO – LA GERARCHIA VATICANA CON BERTONE E LA CEI CON BAGNASCO QUASI SI RALLEGRANO : LE MALEFATTE DEL PREMIER NON LI SFIORANO NEPPURE – LA MORALE E L’ETICA SI PREDICANO AL POPOLINO NON GIA’ AL POTENTE CHE ELARGISCE LAUTE MANCE – LA CENA DELLE BEFFE…
IL PREVEDIBILE RUOLO DELLA CHIESA VATICANA NELL'INTERA VICENDA: UNA FARSA IN DUE ATTI

E’ silenzio totale, ora, per LUTTO NAZIONALE…
ci prepariamo al Natale in silenzio, un silenzio greve e grave.
SILENZIO.
Non già il silenzio di Pilato che siede al Quirinale.
Non è cosa di poco conto infatti chi sieda, da tempo, sulla poltrona del Governo, se un uomo che ama le istituzioni, ne rispetta le leggi, e mantiene un comportamento ispirato almeno all’etica della decenza…
Ma evidentemente all’inquilino del Quirinale, che fu residenza di Papi regnanti fino a Pio IX, questi requisiti e queste caratteristiche fondamentali per una Repubblica democratica e per la tenuta del suo assetto costituzionale, evidentemente non interessano o non sono di particolare rilievo.
Poi il Signor Presidente Giorgio Napolitano, alla veneranda età di 85 anni, dovrà andare Lui a spiegare agli italiani, ai cittadini sgomenti, perchè mai tanti cittadini e giovani in Italia siano diventati del tutto anarchici alle leggi, al comportamento legale, e al rispetto civico, affascinati dalla maleducazione crassa, dal “faccio quel cazzo che voglio”, dalla violenza, dal menefreghismo, dalla sfiducia, persino dalla più sciocca maleducazione e prepotenza.
Forse il Presidente e con lui tanti altri non si ricordano più ciò che a noi insegnavano una volta i buoni maestri, non quelli di oggi: che l’esempio è determinante per creare la cultura della legalità, del senso della giustizia, dell’obbligo dei doveri civici e morali.
No. Tutto è lasciato ad una approssimazione incredibile, tutto è votato all’improvvisazione educativa, all’assenza di esempi virtuosi, allo sfascio, al tanto peggio tanto meglio, alla cultura del furbo e delle furbate, al raggiro e alla prepotenza di chi non ha regole se non il proprio tornaconto.
Forse fuori dai Palazzi della politica e fuori dal Palazzo più alto, il Quirinale, nessuno si accorge del degrado palpabile nelle strade del Paese, nell’imbarbarimento dei rapporti umani, antropologici, determinati dal malesempio di questa classe politica di governo e del suo capo: non si accorgono di nulla perchè viaggiano con scorte e coorte su macchine di rappresentanza blu e vetri affumicati e neri.
Il Paese, come per l’immondizia di Napoli, è preda di una febbre di anarchia totale di valori e di principi, di idee pulite e di conseguenti comportamenti onesti: gli stessi scontri feroci e ferali di ieri a Roma ce lo indicano: violenze e brutalità che hanno messo la Città capitale a ferro e fuoco con un manipolo di facinorosi agguerriti, la cui identità è ancora mistero fitto, che hanno stravolto una libera e democratica, pacifica e civile manifestazione di dissenso.
Ecco, questa violenza e questo precipitare di eventi, con tutto il corollario di scontri, e questa gioventù arrabbiata e disincantata, illusa e amareggiata, privata di speranza e di futuro, di riscatto e di sopravvivenza stessa, nel mezzo di questa tremenda crisi e sfacelo economico generale, hanno dei responsabili, non è frutto del caso o del fato e destino. No
Questi responsabili stanno quasi tutti sotto lo scranno più alto del Quirinale, stanno dentro una compagine di governo che ha visto negli ultimi anni indagati ministri per corruzione, che ha visto sfiduciati sottosegretari, cricche e coventicole del malaffare, e tutto un sottobosco corrotto e corruttore consono alle intime idee stesse di chi lo guida, poichè nessuno ha colto sgomento nel Capo del governo circa il malaffare presente nel suo stesso esecutivo.
Questo è il malesempio che ha fatto degenerare tutta una gioventù stanca ed esasperata dall’impunità dei potenti e dei miliardari, quando a loro, nella quotidiana lotta di precari e di poveri di fatto, nulla viene mai neppure condonato, nè scontato.
Ebbene chi doveva parlare ha taciuto, anzi ha dato circa un mese all’oligarca mezzo sfiduciato per ricostruire le fila, per ritessere la tela del ragno di un governo osceno e indecente che mai l’Italia ha potuto osservare dai tempi del Duce degli ultimi anni, prima di piazzale Loreto.
Ha taciuto anche quando si è fatto ilo mercato delle vacche o dei porci per l’acquisto di parlamentari e di voti da spostare da un emiciclo all’altro del Parlamento, non avvedendosi così che a di là del fatto penale e di reato cui spetterà ancora una volta alla Magistratura dover accertare – la Magistratura da sempre vituperata e denigrata dal Capo impunito del Governo – è lo stesso significato del mandato parlamentare, del suo valore costituzionale che viene così calpestato e vanificato.
Un delitto costituzionale gravissimo ed esiziale.
Tutto ciò tra le risa e la noncuranza del Capo del Governo e dei suoi che gongolavano per questa operazione di colpo di mano e di attentato alla Costituzione di cui potrebbero essere chiamati a rispondere se in questo Paese la Costituzione avesse ancora un valore.
No.
Il Capo dello Stato, forse perchè si dice, intimidito da dossier che lo zelante giornalista (eufemismo) Vittorio Feltri e altri tengono in qualche cassetto e minacciando di esibire circa l’ex uomo del PCI Giorgio Napolitano, signore di Napoli all’antica forse troppo per bene ed educato, per queste marmaglie che scorribandano la nostra Repubblica, ha dovuto tacere.
Silenzio e sopraffazione.
A tutto questo si aggiunge la parola di Vescovi e Cardinali (eufemismo, preferiamo qui tacere perchè non è mai stato l’abito che fa’ il monaco nè il cardinale e nemmeno il papa purtroppo ) che quasi si rallegrano di un voto definito “democratico”, alla faccia del mercato di compravendita a cielo aperto che si è compiuto.
Forse sarà il vezzo a cui è adusa questa gerarchia clericale che compra e vende anche le cose sacre e più sacre, quell’antica simonia scomunicata dagli antichi concili apostolici e sempre valida, ma sempre praticata dalla Chiesa di Roma, saranno i tanti soldi ricevuti in dono dal Despota di Arcore che li avranno lusingati e fatti parlare.
E’ per questo che dove la morale civile è fallita in questo tristo Paese, quella cattolica religiosa è addirittura sprofondata, trascinando giù con la pedofilia occultata da decenni e il malaffare della Banca vaticana, quel piccolo barlume di idealità o di vangelo, merito di uomini e donne di fede, di veri e propri resistenti della fede, che ancora sopravviveva nonostante questi vescovi e questi stessi cardinali e e le loro diaboliche e mercantili materialistiche azioni.
Oggi è silenzio: viene il Natale, nasce Cristo, sempre piccolo e povero e Noi siamo in Lutto.
Il Lutto che non troverà presto consolazione.
” Puer natus est nobis et Filius datus est nobis”.
Venite adoremus!


Ma la sua nascita avviene oggi nella totale desolazione.


+ Giovanni Climaco Mapelli
Arcivescovo Primate
e i Teologi, religiosi e laici, del CENTRO STUDI TEOLOGICI di Milano
Centro Ecumenico

Milano, 16 Dicembre 2010 dell’Era del Signore

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